domenica 30 settembre 2012

L'inizio : la battaglia - 9


Sebbene la struttura fisica dei due in condizioni normali non avrebbe mai potuto garantire un combattimento fisico alla pari, ad entrambi era stato insegnato che in questa battaglia le “particolari” forze in campo avrebbero garantito l’equità.
La battaglia poteva iniziare.
Le vesti erano in tessuto di bisso di mare, quel particolare tipo che veniva usato sin dai tempi delle dodici tribù d’Israele, finemente decorate di porpora e oro, rifinite in pelle morbidissima, coprivano giusto il necessario : per l’uomo quasi un gonnellino, per lei in più una sorta di reggiseno.
Sotto dovevano essere nudi, era necessario perché il corpo con le sue emanazioni era una parte importante della battaglia, questa si sarbbe giocata non con la pura forza fisica ma doveva servire a portare a galla gli istinti e le storie intime dei due contendenti.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     Le regole dovevano essere rispettate rigorosamente e in palio avrebbe potuto esserci o una migliore comprensione o la morte ….  Il combattimento consisteva in tre round di 11 minuti ciascuno, il primo con i bastoni, il secondo con le spade e il terzo round corpo a corpo.
Mentre Sara in camera sua toglieva la veste dal bauletto di legno che la conteneva, si chiedeva perché fosse obbligatorio indossare prima i guanti che aveva trovato al di sopra del tutto con l’ordine di farne uso prima di prendere l’abito e perché fosse compre una clessidra con i tempi che dovevano intercorrere tra la vestizione e l’inizio della “ battaglia”.
Prese in mano, con i guanti la “veste” rimanendo stupefatta dalla bellezza dei simboli ricamati, di cui avvertiva una influenza quasi ipnotica. Si vestì quasi vergognandosi della propria nudità e delle forme che generosamente s’intravedevano da quei preziosi tagli di stoffa e pelle. Fece partire la clessidra e con passo veloce si avviò alla sua sala giochi. Lui era già lì, e aveva preparato il luogo: alle narici arrivava il familiare profumo dell’incenso, che bruciava ai quattro angoli del salone , perfettamente posizionati ai quattro angoli cardinali. Nel pavimento erano stati disegnati i “simboli sacri” e lui le porgeva il bastone.
Prima che l’ultimo granello di sabbai cadesse nella parte bassa della clessidra, una fuggevole visione di lui la fece tremare:  il suo corpo asciutto era  ricoperto di disegni… lingue di fuoco uscivano da draghi alati …
Nel frattempo la mente inizia a oscurarsi, l’ambiente a cambiare e lei non era più la Sara del mondo civile: tacchi, tubino, riscaldamento, aria condizionata ma un essere primitivo pieno di angoscia per la sopravvivenza . Doveva fuggire, doveva difendersi, aveva un bastone e sapeva che quell'attrezzo era l’unico strumento che l’avrebbe aiutata . Sentiva le sue urla, mentre combatteva contro bestie feroci di ogni genere, ad un tratto dopo essere sopravvissuta all'attacco di un enorme drago volante, saltandogli sopra e sussurrandogli parole di cui non conosceva il significato, si trovò ad avere un nuovo alleato : il drago. Con le sue lingue di fuoco  come spade e con le sue ali per portarla lontano si sentiva al sicuro da qualunque pericolo. Poi tutto svanì…. Il Drago svanì, veniva braccata da uomini assetati di sangue e di carne… corse corse fino allo sfinimento ma fu presa, e le mille ingiurie  fatte dall'inizio dei tempi ai corpi delle femmine le risentì tutte nella sua carne, nella sua intimità…. E mentre il dolore lacerante della carne stuprata si faceva sempre più forte la sua lucidità si risvegliava, quasi come una luce nella notte buia, gli occhi lentamente iniziarono a vedere le ombre le membra tornarono a riprendersi , e lui era lì, sopra di lei, in preda allo stesso animalesco delirio degli uomini che l’avevano inseguita.
In una frazione di secondo, Sara capisce che lo deve fermare, usando la pura forza della comunicazione cellulare, cerca con lo sguardo e con la volontà di entrare nel suo cervello, con una particolare tecnica insegnatale durante il suo lungo percorso, per  aiutarlo a non cedere ai suoi istinti primordiali. I segnali da cellula a cellula da cervello a cervello parvero funzionare e sente il corpo di lui riprendere il controllo.
Un attimo, e il pensiero del veleno che avrebbe potuto ucciderli da la forza per separarsi da quello che avrebbe potuto diventare l’abbraccio della morte.
Lui, si scosta da lei e le si corica al fianco prendendole la mano, ansanti dallo sforzo, lasciano che il respiro torni regolare e che il sangue torni ad irrorare i maniera naturale il corpo….
Ma tutti e due nello stesso momento hanno la stessa intuizione : “ la veste… occorre toglierla al più presto!”

venerdì 14 settembre 2012

La scossa - 8



-episodi precedenti




Sembra capire la situazione, con passo deciso si avvia verso il taxi, paga e si riprende una ventiquattrore,
non un trolley ultimo modello, ma una strausata  Samsonite ,  molto shabby
Nel frattempo scendo dalla macchina, apro il portabagagli, prendo  la roba da conservare  nel freezer e nel frigo, e gliela porgo;
afferro una busta con il pane di paese buono buono e un cestino pieno di cibo già cucinato da mia madre, mi avvio verso il portone del palazzo e
apro con qualche difficoltà il portone, la cui chiave come al solito deve essere usata con “dolcezza”,
mentre lui sorride,  sarà che  ha notato le roselline dipinte nella chiave, passiamo nel cortile interno del palazzo, da cui si accede per entrare nel mio appartamento.
Mi sarebbe piaciuto ci fosse più luce e fosse già arrivata la primavera, avrebbe potuto  vedere le mie rose … ma è un pensiero fuggevole, che cosa potrebbe importargli  delle mie rose?
 Apro il portoncino di casa ed entriamo, accendo la luce e avverto un leggero teporino proveniente dal caminetto” che magicamente scoppietta quasi attendendo ospiti improvvisi,  faccio un gesto per fargli  poggiare tutto sul bancone a destra dell’entrata , che separa la zona relax dalla zona cucina e lo invito a togliersi le scarpe,
perché  a casa niente scarpe, magari qualche buco nel calzino  Prendo la roba più urgente e la sistemo nel  congelatore, mentre lui gira attorno al bancone e si avvicina nella mia zona.
Ho una distanza di sicurezza, con le persone di almeno un metro, quando qualcuno ne varca la soglia  m’infastidisce, mi toglie un po’ il respiro, sento il suo respiro, mi giro e …. Prendo una tovaglia dal cassetto e gliela metto fra le mani: “ apparecchi?” .
 Ride. Lo guardo,                                                                                         
Mi guardo :
Senza scarpe ma con ancora il giaccone, stessa cosa io..
Cerco di rilassarmi e rido,  mi riprendo la tovaglia e lo accompagno nella stanza degli ospiti dove può rinfrescarsi e poggiare la sua roba.           
 Avendo la famiglia lontana ho una zona dedicata alle persone che vengono a trovarmi, in maniera che possano mantenere  un po’ d’indipendenza: un’ampia camera da letto matrimoniale con un divano e un bagno personale.                                            
Mette la valigia su uno sgabello e si toglie il giaccone, sotto indossa una maglietta leggera di cotone nero che mette in evidenza un fisico molto più asciutto  dell’ultima volta che ci siamo visti, ho quasi un brivido …  la situazione mi mette un po’ a disagio.
Prima che il groppone alla gola mi assalga parlo :” vuoi vedere il resto della casa?” , parlo ma evidentemente non so cosa dico, parlo perché mi sembra che la vibrazione della voce riempia il vuoto tra me e  lui  aumentando la distanza; Antonio accenna di si, ma a quel punto sono indecisa  e mi prenderei a calci da sola, perché forse era meglio il silenzio : Se gli faccio vedere per prima la mia stanza magari pensa che è un invito ma l’altra stanza … è ancora più insidiosa … devo prendere una decisione veloce : apro la porta della mia stanza da letto , completamente diversa dal resto della casa che segue la mia passione per lo shabby  e le roselline, qui regna lo zen assoluto :pavimento di legno scuro, un letto centrale poverissimo stile tatami e una vasca in pietra, seguo il suo sguardo mentre osserva l’ambiente e rivolgendosi verso me  :” c’era da aspettarselo ….”.
Socchiudo velocemente la porta impedendogli di fare altre osservazioni o ancora peggio di entrare  e lo dirigo  verso la porta   alla fine del corridoio,  apro e ci troviamo in quella che io chiamo sala giochi! Il pavimento di legno la fa assomigliare ad una palestra, a destra una porta scorrevole stile giapponese con pannelli in i carta di riso, nasconde alla vista la mia attrezzatura varia : dalla macchina da cucire al trapano, alla sinistra un’altra nasconde la libreria e in fondo la collezione di spade  bastoni e …. Altri strumenti!
Mi giro e …. Sento il suo sguardo che cerca il mio, mentre si avvicina azzerando qualsiasi distanza tra noi, ma..
Ma mentre le nostre labbra e i nostri corpi stanno per toccarsi, una scossa quasi elettrica ci allontana facendoci perdere l’equilibrio e portandoci  tutti e due a terra e in ginocchio.
Mi sento chiedere .” hai la “veste”?”.
Già dal nostro primo incontro, l’avevo tolta dal nascondiglio e messa in un luogo di facile accesso per me, anche se ero stata avvisata che la probabilità che potessi averne bisogno sarebbe stata bassissima, i nostri precedenti incontri mi avevano in qualche modo allertata, rispondo “Si”
E lui :” allora è venuto per noi due il momento di usarla!”
Questo significava che entrambi avevamo frequentato la stessa scuola, anche se io essendo femmina quella della mano destra , lui essendo maschio quella della mano sinistra, significava anche che avevamo alle spalle quattordici anni di purificazione,senza rapporti sessuali  ,che praticavamo ambedue il giornaliero allenamento nell’arte della Guerra d’Amore, che seguivamo le stesse regole dell’Ordine Segreto a cui evidentemente appartenevamo.
Tale Ordine manteneva una severa divisione fra sessi, in maniera tale che se al di fuori dell’Ordine due persone di sesso diverso si sarebbero incontrate, cosa alquanto difficile, visto il numero ristretto degli adepti in tutto il mondo, si sarebbero dovuti riconoscere per alcuni segnali, tra cui la forte scossa.

martedì 4 settembre 2012

innamorata



Sto attraversando un periodo particolare, a volta ho l'impressione che il passato venga a galla per aiutarmi a capire.
Da qualche parte ho già scritto che la lettura riesce a portarmi in uno stato alterato di coscienza.
Quest'anno per una serie di eventi non sono riuscita a dedicarmi alla lettura come gli altri anni, quando  l'estate era Estate se riuscivo a "ingurgitare" almeno un libro alla settimana.
Però
però oggi ho finito un libro che....
E' stato scritto per me.
Ci sono io in quel libro, c'è la parte più importante di me stessa
Ci sono risposte
Ci sono interrogativi.
E come al solito il libro mi è arrivato senza che io lo cercassi, solo perchè lo leggessi,
ma leggerlo è stato un'esperienza insolita
come se fosse stato mandato da qualcuno che volesse dirmi qualcosa e avesse solo quello strumento per farsi sentire.
Quale sia il libro e l'autore non ha importanza, perchè ho imparato che ognuno di noi vede sente ascolta solo ciò che vuole vedere sentire e ascoltare..
E forse perchè ho "sentito" il Drago..