sabato 7 gennaio 2012

Donne

E' un momento particolare:
ci guardiamo
ci riconosciamo.
Possono avere  ottantanni, cinquanta, venti trenta o pochi mesi, ma fra me e certe donne tramite lo sguardo è come se passasse un fiume di informazioni.
C'è una bambina, bellissima, che ritrovo d'estate nel villaggio in cui trascorro qualche settimana,  tra me e lei amore a prima vista,  non sono un'amante dell'infanzia, che si ferma ad accarezzare ed intrattenere i "piccoli mostri", ogni mamma si "cucina" il suo, lei no dalla prima volta mi ha dato la mano e mi porta in giro, lasciando con tranquillità e spontaneità  i genitori.
Tra noi una familiarietà molto forte.
Stranamente anche una forte somiglianza fisica tra me e mia figlia alla stessa età.
C'è una signora nel mio palazzo, ha passato gli ottanta, con lei nessuna rassomiglianza fisica, ma la comunicazione e il feeling tra noi è forte, sempre quel qualcosa nello sguardo, è  straordinaria, vedova di un famoso musicista, pur essendo  sopravvissuta a una serie di terribili lutti  è riuscita a conservare  serenità e  forza d'animo che non hanno pari.
Mi capitò d'Estate, sempre nella località di villeggiatura della bimba, con mio marito andammo a fare un giro nei dintorni, un giro che si ripete tutti gli anni a dire il vero, che si conclude sempre con la  pausa caffè nello stesso bar.... ma quell'anno invece di passare direttamente al banco passai per la terrzza e li li vidi, anzi la vidi.
Strana coppia, lui forse sessantenne lei tedesca tra i tranta e i quaranta, l'unico aggettivo per descriverla :bellissima!
Lui con i capelli lunghi legati vestito molto casual, abbastanza Hippy, lei con un vestito bianco e un cappello panama, seduta sulla sedia pareva una regina.
L'ho fissata e sono rimasta a bocca aperta, lei mi ha guardata e mi ha fatto cenno di avvicinarmi al loro tavolo.
Siamo rimasti più di due ore a parlare noi quattro, lei parlava in inglese e io che non capivo il senso delle parole  capivo il senso del linguaggio del cuore.
Devo dire che lui è stato una delle persone più interessanti che abbia incontrato: voleva trovare i soldi per sparare fiori da un cannone, e aveva anzi ha un locale tra i più esclusivi della zona, ma questo lo venni a sapere  più tardi.
Capodanno: tavolo vicino al nostro, bella signora, distinta.
Un'intesa fortissima,  ci guardavamo negli occhi e sorridevamo o facevamo smorfie a seconda della situazione.
Senza conoscerci ,dopo esserci date gli auguri di Buon Anno prima di andare via, ci siamo salutate e insieme  ci siamo dette:" lei è bellissima"
La signora del mio palazzo mi dice sempre che sono bella,  anche la bambina.
Io trovo queste persone "bellissime", non mi riferisco alla bellezza estetica ma a qualcosa che emana dalla loro persona, qualcosa che emano anche io e che loro percepiscono.
Come diceva un mio amico : "ognuno ha il suo pubblico", e, anche se i mezzi d'informazione cercano di omologare il concetto di bellezza, ognuno segue i suoi parametri.
Grazie a questo in passato e ormai molto raramente mi sono sentita dare del "bella" per il mio aspetto fisico, mi interrogo sul perchè di questa percezione di "bellezza" tra queste donne e me.

4 commenti:

sergio ha detto...

infatti è così, si può essere belli o bellissimi per mille motivi e a tutte le età. In certi casi è meglio usare il termine affascinante che non è, necessariamente, legato a un particolare tipo di bellezza, qualunque essa sia. Probabilmente è questo che avviene tra te e queste donne o questa bambina. E' una questione di fascino. (comunque resto dell'idea che il commento che mi hai lasciato è bellissimo. Almeno per me) :-)

Larissa ha detto...

Secondo me è empatia! anche a me è capitato, anche a me e quasi sempre con donne!
Che strano..forse nella vita precedente ero un uomo! :)
Buona serata!

Fiore ha detto...

Ecco empatia, credo sia la parola esatta, proprio stasera Francesca Esposito su facebook guarda cosa ha scritto quasi in contemporanea:
EMPATIA:
Viene dal greco én = in e páthos = vibrazione emotiva. Secondo il significato comune il pathos è la commozione, il patimento, il trasporto. L’empatia sarebbe quindi il processo per cui si crea una sorta di « comunione vibratoria » con un altro individuo, che in alcuni casi – quando non è vissuta con il sufficiente distacco – può portare a provare il suo stesso patimento. Questa comunione ...vibratoria può coinvolgere solo i due corpi emotivi, oppure, a un livello maggiormente profondo, la vibrazione di due o più anime. Pertanto quando si ascolta una persona con l’anima, il provare empatia non significa più semplicemente soffrire o rallegrarsi insieme al corpo emotivo, o “corpo di dolore”, dell’altro, ma entrare in sintonia sul piano dell’anima, senza coinvolgimento emotivo, ma con più intensità animica.

redisaturno ha detto...

E' finezza d'animo, percepire l'esistenza di una sensibilità maggiore con alcune persone che con altre. Forse è una questione chimica, si reagisce diversamente con chi veniamo a contatto , anche visivo, e con qualcuno nasce, nell'immediatezza dei fatti, quel feeling che da e riceve sensazioni più o meno forti.

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