Nel blog di Carla, che conosco personalmente, avendo fatto con lei un pezzettino di percorso sulla creatività, ho trovato questo scritto particolarmente incisivo e non volendo perderlo ho deciso di ripubblicarlo da me così da condividerlo e ritrovarlo per più riletture:
da:
http://carlasalemusio.blog.tiscali.it/2012/07/01/carne-o-anima-amore-o-sesso/?doing_wp_cron
Carne o anima? Amore o sesso ?
Queste domande non dovrebbero esistere.
La carne e l’anima formano un binomio inscindibile.
(Almeno finché si è vivi)
Invece, in questa nostra civiltà malata, abbiamo carni che hanno un’anima e carni che a noi sembrano esistere solo per essere mangiate.
La carne nella nostra cultura è ritenuta antitetica all’anima e associata al peccato o al macello.
La consideriamo causa di scandali, vizi e perversioni.

Oppure la pesiamo al chilo, come se fosse una merce qualunque e non la vita di un essere vivente.
Consideriamo la carne e il corpo opposti all’anima e alla spiritualità.
Da una parte abbiamo la fisicità, con impulsi, istinti e bisogni, e dall’altra l’anima, la purezza, la sensibilità, la capacità di amare.
Separare la carne dall’anima, autorizza il predominio, giustifica l’uso di tante specie animali per il piacere e il divertimento della nostra razza e, purtroppo, porta con sé conseguenze abominevoli.
Infatti, dove non c’è l’anima lo sfruttamento diventa lecito!
E’ con questi presupposti che la cultura maschilista ha oppresso e violentato le donne per secoli.
E, sempre in questo modo, la pedofilia argomenta la propria perversione.
Se la carne è priva di anima, può essere considerata semplicemente un oggetto.
E come tale sarà trattata.
Considerare delle creature viventi alla stregua di cose, legittima violenza e abusi.
Siamo convinti che ci siano carni prive di anima.
Ma la carne priva di anima segnala un’esistenza di serie B.
Appartiene a esseri con poco valore.
Esseri che sono stati creati per il piacere di altri esseri.
Esseri… nati per servire.
Esseri senz’anima, appunto.
Nella nostra cultura, gli animali sono giudicati: carnesenz’anima. E perciò al servizio della specie umana.
Anche le donne, spesso, subiscono la stessa sorte e diventano carne senz’anima al servizio del sesso maschile.
I bambini sono carne senz’anima quando vengono usati come strumenti di piacere nelle mani degli adulti.
Animali, donne, bambini.
Creature sottoposte al predominio e allo sfruttamento di altre creature!

L’abominio, contenuto nella separazione arbitraria della carne dall’anima, priva la razza umana della sua dignità e ci rende inermi e sgomenti davanti alla morte.
Infatti, la morte inflitta con noncuranza e crudeltà si trasforma facilmente in un enigma senza senso.
Legittimando il massacro di tanti esseri, occultiamo il significato della vita (e della morte) dietro una maschera di insensibilità.
La violenza è la malattia di questa civiltà.
Si annida dappertutto e, come un virus, contagia il nostro cuore, rendendolo cieco e sordo davanti ai soprusi cui assistiamo ogni giorno e dei quali siamo complici, spesso senza nemmeno rendercene conto.
Compriamo e mangiamo la vita di altri esseri viventi, con assoluta indifferenza.
Poi, con la stessa indifferenza, riteniamo la carne uno strumento di piacere.
E separiamo il sesso dai sentimenti.
Ci arroghiamo il diritto di poter scegliere se fare sesso ofare l’amore.
Ma l’amore e il sesso, come la carne e l’anima, non possono essere disgiunti.
Il sesso è un’estensione dell’amore, è la condivisione della propria intimità anche fisica.
Invece, nella nostra società, il sesso è usato spesso per far violenza e dell’intimità si è perso completamente il significato e il valore.
Ostentiamo le nostre nudità ma occultiamo l’anima, vergognandoci di possedere anche una sensibilità oltre al corpo.
Ci vantiamo di innumerevoli conquiste sessuali, di avventure vissute con poca o nessuna reciprocità, di rapporti fatti principalmente di carne e privi di anima.
Collezioniamo esperienze erotiche, come trofei in un album delle figurine.
E le archiviamo orgogliosi, senza fermarci a condividere, insieme al corpo, anche la nostra interiorità.
La nudità non è la carne spogliata dei vestiti, ma l’anima senza censure e senza veli.

Condividere l’anima, permette di condividere il corpo e rende l’unione sessuale un momento di estasi e di sacralità.
La carne e l’anima non sono separabili.
Appartengono inscindibilmente alla vita.
Negarne l’unità abilita il massacro e lacera il cuore, lasciandoci confusi e soli a ricercare il senso della nostra presunta umanità.
La carne e l’anima appartengono a una stessa identica realtà.
Qualcosa che chiamiamo: vita.
Qualcosa che esiste, indivisibile, nella perfetta unicità di ognuno.
Maschio o femmina, adulto o bambino, uomo o animale.
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