domenica 2 aprile 2017

L'amica di Sara


Oggi piove, di quella pioggia che non da fastidio, leggera, primaverile, che infonde al paesaggio un alone di mistero.
Antonio è appena partiti per uno dei suoi misteriosi viaggi, alla ricerca di perdute verità,
non riesco a stare a casa,
Con un grande e robusto ombrello vago in una delle vie commerciali della mia città.
La via è in realtà un corso che  pare un salotto, con la pavimentazione appena rifatta e le vetrine luccicanti.
Cercando  sollievo alla malinconia, in mezzo a quell'umanità festante, fatta di croceristi sbarcati per qualche ora mi imbatto in un'amica del cuore.
Questa è veramente una bella sorpresa e un balsamo per il mio triste cuore.
Ci abbracciamo e decidiamo di abbandonare la via principale per sederci in uno degli accoglienti locali di una via secondaria.
Il locale, all'aperto occupa un'isola di un incrocio, delimitata da piante e riparata da due grandi gazebo con ai lati tende trasparenti, l'atmosfera già accogliente è resa calda dalle note di classici brani in versione jazz.
Contente dell'inaspettato  incontro, ci sediamo ad un tavolino,
E prima di lasciarci andare agli ultimi aggiornamenti ordiniamo un tè classico.
Davanti alle nostre teiere fumanti, l'aroma delle fettine di limone appena tagliato, la varietà dei biscottini proposti, iniziamo a parlare.
Sara: " tuo figlio è già partito?",
so di toccare un tasto delicato, perchè alla felicità di un figlio che realizza un sogno si accompagna il distacco, la consapevolezza di nuovi cicli vitali legati alla maturità.
Rosa: " si, questa volta è stato un pochino più pesante ma me ne farò una ragione..... piuttosto, ti volevo parlare di una cosa, stavo proprio pensando di chiamarti, ho avuto una esperienza particolare, e volevo consultarmi con te.
Qualche giorno fa ho accompagnato zia Francesca, ricordi zia Francesca?"
Io annuisco, ricordando il simpatico personaggio che pare una hobbit, tracagnotta e rossiccia di capelli, persa nei suoi mondi....
Rosa continua informandomi che l' aria assorta della zia, era data dalla sordità e che finalmente si era decisa per la protesi, nel suo entusiasmo, però si è sentita investita della missione di convincere chiunque abbia, anche un minimo di perdita uditiva alla protesi!
Motivo per cui la mia amica si è trovato al centro per l'udito!

La qual cosa ha prodotto in me una sonora risata, al pensiero della mia amica alle prese con un tecnico dell'udito.
Io e Rosa facciamo parte di una "famiglia",
posso definire così il legame che lega alcune persone che si "riconoscono" pur non avendo nessun apparente legame genetico familiare in senso stretto, persone che ad un certo punto della vita si incontrano, si guardano negli occhi, si stringono la mano e sanno che hanno una comunicazione speciale.
Tale riconoscimento, che è a livello sottile e mette in moto le energie principali, è molto più "fluido" tra persone dello stesso sesso  che con persone di sesso opposto, perchè l'incontro tra energie maschile e femminile crea qualche "incomprensione".
Essere come noi, altamente percettive, pone poi problemi a livello di comuni relazioni legate alla vita quotidiana e alla cura della persona, come ad esempio i medici o specialisti che devono interagire con noi a livello fisico ravvicinato.
Si tratta di trovare persone che energeticamente creano con noi una relazione positiva.
E quando devono invadere l'interno del nostro corpo, come un dentista, un ginecologo o un audiometrista, non è detto che si trovi.
Rosa: " Sara, ma secondo te è possibile che l'energia vitale di una persona si trasferisca in un oggetto, e possa poi essere avvertita da chi indossa l'oggetto?"
Entriamo nel campo minato delle supposizioni,  incuriosita dalla domanda chiedo maggiori informazioni.
Rosa: " ti spiego, ho in prova le protesi acustiche e quando le indosso sento in maniera forte e precisa l'energia del tecnico.
Quando sono entrata nel centro, ho deciso di fare la misurazione perchè il primo contatto è stato con una persona che mi ha fatto una tenerezza infinita, ricordandomi mio figlio, diciamo che aveva un'energia che non contrastava con la mia, e potevo dargli fiducia, non è che pensassi seriamente all'acquisizione della protesi.
Non riesco neanche a ricordare bene, come al posto del tecnico della misurazione mi sono ritrovata davanti il tecnico delle protesi, giustamente seguono delle tecniche di vendita alle quali ero preparata entrando, ma è successo qualcos'altro....... i nostri sguardi si sono incontrati e la comunicazione ha seguito due canali: uno tecnico e verbale e l'altro energetico. Sono sicura che faccia parte della nostra famiglia, che sia un fratello, che forse non ha ancora acquisito consapevolezza della sua "diversità".
E' stato stressante, mia zia da un lato e lui dall'altro...."
Sara :" che tipo di energia hai avvertito?"
Rosa : " buffa .... aspetta, buffa la situazione, fisicamente parliamo di un uomo grande e grosso, sulla quarantina, mi si è sovrapposta la sua immagine vestito in orbace, alla maniera antica dei pastori, con i gambali il gonnellino e la camicia bianca e il tipico berretto del costume sardo, ma forse aveva una camicia bianca e un camice bianco, erano come due persone sovrapposte.
Poi aveva il naso un po' bruciato dal sole, forse ..... comunque molto bello, sopratutto la voce, molto bella.
Sara :" allora è bello?"
Rosa : " si bello, ma c'è dell'altro, tu sai cosa significhi per me il mio corpo, la testa e le orecchie, quanto fastidio mi dia essere anche solo sfiorata, e poi le orecchie e la parte del collo circostante sono zone, per me sensibilissime, e non voglio assolutamente che nessuno mi si avvicini ..... Ed è ovvio che lui dovesse avvicinarsi. Avrei potuto picchiarlo, ucciderlo....._-scoppiamo tutte e due in una risata- mentre parlavamo e lui si avvicinava e si allontanava, mi metteva le protesi, me le toglieva ..... faceva gli aggiustamenti in maniera molto professionale, era come se si stesse svolgendo qualcos'altro .
Sara : " come lo percepivi energeticamente ?"
Rosa : " esuberante, frizzante, un giullare! giocoso c'era l'energia del vir ma tenuta a bada. Intelligenza focosa potrei definirla, come se giocasse con me e io giocassi con lui...... e poi c'è qualcos'altro delle coincidenze molto strane che lo riguardano, quasi inquietanti"
Sara : " vuoi che venga con te al prossimo appuntamento ?"
Rosa : " o si mi faresti un enorme favore...."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

molto singolare e simpatica la tua amica...

andreapac ha detto...

l'amicizia...ad averne una vera ci ho impiegato 40 anni e lo devo al web. Da quel momento è finita la mia vita di solitario montanaro, si con tante conoscenze ma mai appagato da tanta sincerità Bello il tuo scrivere grazie.