Sebbene la struttura fisica dei due in condizioni normali
non avrebbe mai potuto garantire un combattimento fisico alla pari, ad entrambi
era stato insegnato che in questa battaglia le “particolari” forze in
campo avrebbero garantito l’equità.
La battaglia poteva iniziare.
Le vesti erano in tessuto di bisso di mare, quel particolare
tipo che veniva usato sin dai tempi delle dodici tribù d’Israele, finemente
decorate di porpora e oro, rifinite in pelle morbidissima, coprivano giusto il
necessario : per l’uomo quasi un gonnellino, per lei in più una sorta di
reggiseno.
Sotto dovevano essere nudi, era necessario perché il corpo
con le sue emanazioni era una parte importante della battaglia, questa si
sarbbe giocata non con la pura forza fisica ma doveva servire a portare a galla
gli istinti e le storie intime dei due contendenti.
Le regole dovevano essere rispettate
rigorosamente e in palio avrebbe potuto esserci o una migliore comprensione o
la morte …. Il combattimento consisteva
in tre round di 11 minuti ciascuno, il primo con i bastoni, il secondo con le
spade e il terzo round corpo a corpo.
Mentre Sara in camera sua toglieva la veste dal bauletto di
legno che la conteneva, si chiedeva perché fosse obbligatorio indossare prima i
guanti che aveva trovato al di sopra del tutto con l’ordine di farne uso prima
di prendere l’abito e perché fosse compre una clessidra con i tempi che
dovevano intercorrere tra la vestizione e l’inizio della “ battaglia”.
Prese in mano, con i guanti la “veste” rimanendo stupefatta
dalla bellezza dei simboli ricamati, di cui avvertiva una influenza quasi
ipnotica. Si vestì quasi vergognandosi della propria nudità e delle forme che
generosamente s’intravedevano da quei preziosi tagli di stoffa e pelle. Fece partire
la clessidra e con passo veloce si avviò alla sua sala giochi. Lui era già lì,
e aveva preparato il luogo: alle narici arrivava il familiare profumo dell’incenso,
che bruciava ai quattro angoli del salone , perfettamente posizionati ai
quattro angoli cardinali. Nel pavimento erano stati disegnati i “simboli sacri”
e lui le porgeva il bastone.
Prima che l’ultimo granello di sabbai cadesse nella parte
bassa della clessidra, una fuggevole visione di lui la fece tremare: il suo corpo asciutto era ricoperto di disegni… lingue di fuoco uscivano
da draghi alati …
Nel frattempo la mente inizia a oscurarsi, l’ambiente a
cambiare e lei non era più la Sara del mondo civile: tacchi, tubino,
riscaldamento, aria condizionata ma un essere primitivo pieno di angoscia per
la sopravvivenza . Doveva fuggire, doveva difendersi, aveva un bastone e sapeva
che quell'attrezzo era l’unico strumento che l’avrebbe aiutata . Sentiva le sue
urla, mentre combatteva contro bestie feroci di ogni genere, ad un tratto dopo
essere sopravvissuta all'attacco di un enorme drago volante, saltandogli sopra e sussurrandogli parole di cui non conosceva il significato, si trovò ad avere un
nuovo alleato : il drago. Con le sue lingue di fuoco come spade e con le sue ali per portarla
lontano si sentiva al sicuro da qualunque pericolo. Poi tutto svanì…. Il Drago
svanì, veniva braccata da uomini assetati di sangue e di carne… corse corse
fino allo sfinimento ma fu presa, e le mille ingiurie fatte dall'inizio dei tempi ai corpi delle
femmine le risentì tutte nella sua carne, nella sua intimità…. E mentre il
dolore lacerante della carne stuprata si faceva sempre più forte la sua
lucidità si risvegliava, quasi come una luce nella notte buia, gli occhi
lentamente iniziarono a vedere le ombre le membra tornarono a riprendersi , e
lui era lì, sopra di lei, in preda allo stesso animalesco delirio degli uomini
che l’avevano inseguita.
In una frazione di secondo, Sara capisce che lo deve
fermare, usando la pura forza della comunicazione cellulare, cerca con lo
sguardo e con la volontà di entrare nel suo cervello, con una particolare
tecnica insegnatale durante il suo lungo percorso, per aiutarlo a non cedere ai suoi istinti
primordiali. I segnali da cellula a cellula da cervello a cervello parvero
funzionare e sente il corpo di lui riprendere il controllo.
Un attimo, e il pensiero del veleno che avrebbe potuto
ucciderli da la forza per separarsi da quello che avrebbe potuto diventare l’abbraccio
della morte.
Lui, si scosta da lei e le si corica al fianco prendendole
la mano, ansanti dallo sforzo, lasciano che il respiro torni regolare e che il
sangue torni ad irrorare i maniera naturale il corpo….
Ma tutti e due nello stesso momento hanno la stessa
intuizione : “ la veste… occorre toglierla al più presto!”
3 commenti:
Bella storia.
:)
in una sola parola, in un solo verbo, questa storia "avviluppa" il lettore..
Fioreeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!
:)
Posta un commento