domenica 28 febbraio 2010

Non del tutto ma ha ragione

Io e voi che leggete, poveri stronzi, di nuovo fottuti dal Potere.

Dio mio, il Potere ci ha fottuti di nuovo, poveri stronzi che siamo tutti noi scribacchini dall’Antiqualcosa, e tutti voi tossicomani della Rete. Poveri, poveri gonzi, la pena che facciamo è straziante. Ditemi, dove risiede la stanza dei bottoni di questo meraviglioso web? Sta in America, fra le mura dell’ICANN, per fare un esempio, ma sta lì, nelle corporate rooms di quel Paese, proprio quello, chiaro? E allora, allora, ma vi sembrava possibile che sta gente ci regalasse una macchina da guerra immane con cui fargli un mazzo così? Ma vi sembrava possibile che se ne stessero inerti a guardare mentre le ‘belle anime’ del pianeta si armavano di blog, news networks, social networks, siti, forum, video, piazze virtuali, per spaccargli la schiena? Peter Sutherland, Leon Brittan, George Shultz, Lloyd Blankfein, Pascal Lamy, Mario Draghi… i padroni del mondo, gente così secondo voi è idiota? Stanno tremando di paura, secondo voi, ogni volta che cliccano su Democracy Now, su Znet, o su Grilloblog? Oppure se ne stanno rilassati nelle loro suites di Londra, Roma, Parigi e Manhattan? La seconda. Ecco perché, e vien da piangere.
La Rete esiste in media nelle nostre case dalla metà degli anni novanta, oggi siamo nel 2010. Diciamo quindici anni. Prendiamo i quindici anni prima dell’arrivo del web, 1980-1995. I mezzi di comunicazione e di organizzazione civica fra cittadini attivi di quell’epoca erano l’equivalente del biroccio col mulo a confronto di ciò che la Rete ci ha reso disponibile, cioè lo Space Shuttle. Il paragone calza, anzi, forse è anche inadeguato. Meglio la cerbottana a confronto con la portaerei USS Enterprise. Se io munisco un uomo di cerbottana per difendersi dal suo nemico, mi aspetto una lotta. Se gli fornisco una portaerei nucleare e aerei supersonici mi aspetto un altro tipo di lotta, oserei dire più efficace, cioè un altro risultato, ben altro. E cosa abbiamo fatto noi con i nostri ordigni al plutonio nuovi di zecca? Sapete qual è la risposta? E’ che ne abbiamo fatto un videogioco planetario, e gli stiamo davanti istupiditi, drogati, nevrotizzati, ma anche compiaciuti nel più straziante autoinganno globale della Storia. Non abbiamo fatto esplodere una singola bomba, il nemico è illeso, anzi, rafforzato, con forse l’unica preoccupazione quella di pulirsi dal fondo dei pantaloni la polvere dei petardini che ogni tanto la nostra portaerei gli butta fra i piedi. Questa è la realtà, Dio mio. Come abbiamo fatto a ridurci così?
Di nuovo una risposta: è stato possibile perché, come vado denunciando da anni, la massa delle ‘belle anime’ occidentali si ostina a non voler capire cosa sia il Potere, o meglio, si ostina a non voler vedere l’entità della scaltrezza del Potere. Se solo qualcuno di noi si fosse arrestato di fronte al primo click in rete quindici anni fa e si fosse fatto le domande che ho scritto sopra, se ci fossimo subito chiesti “Alt, calma, che è sta roba che ci hanno scodellato, alt, cosa sta cucinando il Potere qui?”, forse non saremmo a sto miserabile punto. Perché era evidente, Cristo, che se ci davano la Rete era perché loro sapevano benissimo cosa la Rete ci avrebbe fatto, lo sapevano con serena precisione, ci avevano pensato a lungo, si erano confrontati, e la loro conclusione era che ne avremmo fatto questo videogioco da videodipendenti all’ultimo stadio, e cioè, udite, l’ennesimo prodotto di consumo compulsivo della loro Esistenza Commerciale e Cultura della Visibilità, cioè di nuovo un ulteriore passo verso l’abisso della paralisi civica. Esattamente ciò che loro vogliono ci accada. Ed è accaduto, siamo sempre più inerti, noi, manica di deficienti convinti di essere in lotta ogni mattina quando clicchiamo in questo web che figlia informazioni a ritmo frenetico come un colossale brodo batterico fuori controllo. In lotta noi, ingozzati d’informazione oggi a un ritmo così stordente che neppure il tetro immaginario di George Orwell l’avrebbe potuto concepire come macchina di annullamento civile. Lotta? Ma dove? Ma i risultati li vedete? Lo ripeto, abbiamo in mano una portaerei nucleare quando solo pochi anni fa avevamo le cerbottane, e cosa è cambiato?
Gli uomini e le donne delle cerbottane vissero in un mondo manifestamente imperfetto, ma date un’occhiata: nell’Italia dei mezzi d’informazione collosi, pochi, e blindati dalla Democrazia Cristiana-Vaticano costoro furono capaci di ribaltare la Storia del Paese con divorzio e aborto, difeso quest’ultimo poi nel 1981 con un referendum da record (67%), in un’affermazione di volontà civica unica al mondo in questo ambito. Le donne italiane nell’era in cui i computer erano scatole di dimensioni industriali seppero prendere il maschio latino per le orecchie e ficcargli la testa nei pannolini puzzolenti dei figli, le braccia sui manici del passeggino, e si ritagliarono una larga fetta di dignità in un mondo tutto di pantaloni. Non la perfezione, ma un salto in avanti storico. E, sempre senza Internet col suo immane seguito di starnazzamenti, gli operai italiani soffocarono il terrorismo rosso dopo l’assassino di Guido Rossa nel gennaio del 1979, di nuovo una dimostrazione di forza civica ammirevole se si considerano le tremende condizioni lavorative operaie di allora, sulle quali la tentazione di scadere nella violenza poteva avere una facile presa. I magistrati dell’Italia di Fantozzi presero di petto gli scandali petroliferi, quelli dei colossi imprenditoriali di Stato (IRI), scoperchiarono la P2, e poi ci fu Tangentopoli, altro capitolo storico senza precedenti forse in tutto l’Occidente che trovò impeto senza blog, V-day, senza i ‘paladini’ e i loro diecimila libri e video. Un capitolo questo che di nuovo fu difeso dall’Italia dei rudimentali fax nell’estate del 1994 (decreto Biondi salva ladri) con una quasi insurrezione popolare (mai più vista da allora così veemente). In quello stesso anno la tenacia decennale di un popolo in stracci e costretto alla schiavitù, unitamente al lavoro di migliaia di attivisti europei armati di telefoni se andava bene, sconfisse l’Apartheid in Sudafrica. Poco prima era crollato il muro di Berlino, portando fra le altre cose all’unificazione della Germania, dove io ricordo l’esistenza di vibranti forze civiche anti imperialiste e anti nucleari di cui ora, col nostro stupefacente web, non si trova più traccia. E al nucleare, l’Italia del TG1, TG2 e TG3 seppe nel 1987 porre un freno netto, in un referendum che toccò punte dell’80% di cittadini contrari all’atomo, che oggi invece rialza la testa nell’indifferenza quasi generale. Gli anni delle cerbottane, dal 1980 in poi, videro anche l’esplosione della consapevolezza ambientale grazie a Greenpeace, e il crollo di dittature fra le più atroci della Storia moderna, in America Latina; lì lottarono per sbarazzarsi non dico di un Berlusconi, o della Camorra, ma di un impero neonazista finanziato e armato dalla più grande potenza mondiale, delle sua infinite camere di tortura e dei campi di concentramento. Lottarono morendo a decine di migliaia in condizioni disumane, e nessuno di loro mai cliccò un mouse, non c’era Facebook. Nel 1984, con una telecamera e un aereo bimotore, un singolo reporter, Mohamed Amin, portò sugli schermi del mondo la tragedia della fame in Etiopia, salvò milioni, l’ondata di indignazione mondiale costrinse i Paesi ricchi a mettere in agenda la fame dei poveri per la prima volta. Amin morì prima ancora che nascessero i blog. E così fu, in una lunga scia di vittorie contro la barbarie nell’era delle cerbottane.
Poi arriva la Rete, ohhhhh! Tutto quanto sopra viene in teoria potenziato nelle stesse proporzioni in cui lo Tzunami potenzierebbe l’ondina della risacca serale. I cittadini attivi del pianeta, i combattenti per la giustizia, scendono dal mulo e salgono sull’Eurostar, gettano la fionda e imbracciano i missili Cruise. E allora tutti con lo sguardo proteso in avanti in trepidante attesa di un’imponente rimonta, di un mondo migliore.
Negli anni che vanno dal 1995 a oggi la povertà nel Sud del mondo è salita a 2,7 miliardi di esseri umani, di cui un miliardo sopravvive con 1 dollaro al giorno rispetto agli 800 milioni di dieci anni fa (+200 milioni). La crisi finanziaria dell’anno scorso ne ha aggiunti 53 milioni, che rischiano la soglia della povertà. Negli Stati Uniti di oggi quasi 50 milioni di persone soffrono la fame, cioè non possono nutrirsi più di una volta al giorno; in Italia adesso il 17% delle famiglie è in grave difficoltà, rispetto al 10% ‘tradizionale’, l’11,2% non arriva a pagare le spese mediche, infatti un italiano su 5 non fa visite specialistiche per povertà. Oggi un 10% di italiani ricchi possiede la metà di tutta la ricchezza, un aumento di concentrazione notevole secondo la Banca d’Italia. E mentre la crisi alimentare sta uccidendo nel mondo numeri senza precedenti, i 12 miliardi di dollari promessi all'inizio del 2009 dai potenti per sradicare la fame (Millennium Development Goal) non si sono materializzati, mentre per salvare le banche ne sono stati spesi dai cinquemila agli undicimila di miliardi di dollari, secondo le stime. Ma cliccando sui mouse della nostra nuova macchina da guerra abbiamo eletto Obama!, certo. Cioè sfruttando la coglionaggine di milioni di attivisti di tastiera si è permesso a un truffatore guerrafondaio, omertoso protettore della CIA, filo sionista di ferro, baciapile dei banchieri che oggi ha il gradimento più basso nella storia delle presidenze USA dai tempi di Dwight Eisenhower, di occupare il posto di uomo più potente del mondo. Che risultato! Navigando con la nostra portaerei le portentose onde dei blog d’informazione, contro-informazione e contro-contro-informazione a suon di decine di milioni di articoli e video ci siamo fatti scappare dai buchi del radar circa 68 guerre, di cui due, Iraq e Afghanistan, nonostante abbiamo ricevuto la più ampia esposizione mediatica della Storia umana. Ah, scordavo, ci è scappato nell’era della trincea di tastiera anche il ritorno in grande stile della tortura, dibattuta tranquillamente sui banchi parlamentari figli di Cesare Beccaria, povero Cesare. La spesa militare globale del 2008, secondo SIPRI, è stata di 1.464 miliardi di dollari, con un aumento del 45% rispetto a dieci anni prima, altra risonante vittoria dei pc internettiani. Nell’era del web assieme all’onanismo dei social networks è esploso anche il nuovo Panic Marketing, quello della mucca pazza, di Ebola, della Sars, dell’Aviaria, della Suina, quello che ha il doppio scopo di distrarci in massa dalle questioni concrete e di alleggerirci il portafoglio, e lo sapete, vero, che a proposito di questo noi italiani siamo adesso in passivo per 184 milioni di euro cacciati nel pattume della Suina? E mentre noi cittadini cybercombattenti civici facciamo le ore piccole per non perderci la denuncia numero 430.871 del paladino numero 346 sul blog 5.329 dove sono postati i commenti numero 3.786.987.760, capita che i diritti dei lavoratori si siano estinti… ci siamo distratti un attimo e puff, non ci sono più. Oggi il 52% degli elettori di Berlusconi, di Berlusconi!, approva le occupazioni delle fabbriche da parte di operai disperati; i due terzi dei leghisti approva la mobilitazione della CGIL, e l’80% degli italiani sostiene i picchetti davanti alle fabbriche. Significa forse che un’ondata di sinistra sta spazzando l’Italia? No, significa che un’ondata di disperazione senza precedenti sta spazzando elettori a 360 gradi trascinati mai come oggi di fronte al crollo del bene essenziale del lavoro. Un milione e seicentocinquantamila lavoratori italiani se perdessero il lavoro non avrebbero neppure un euro dallo Stato. Il 61% di tutto il lavoro precario italiano è giustificato unicamente dalla “tendenza a ridurre il costo del lavoro e il costo-opportunità legato alla possibilità di licenziare”. Ma non eravamo noi, i cittadini attivi, che armati di webpower dovevamo migliorare la Storia? Perché sta tutto peggiorando nonostante il tripudio di megawatt di potere informativo e formativo della Rete? Quando il pool di Mani Pulite spedì in pensione (più che in galera) la classe politica della prima Repubblica non c’erano Grillo, Travaglio e i loro seguiti immani in Rete. Oggi ci sono, ma a detta dello stesso autorevole Travaglio le cose in quanto a mazzette sono molto peggio di prima (si legga il suo Mani Sporche). Silvio Berlusconi ha vinto quattro mandati, nonostante il Vajont di sputtanate che la Rete gli ha riversato addosso, la sinistra sta al British Museum accanto alla stele di Rosetta. Le Mafie aumentano gli introiti ogni anno, oggi sono a circa 91 miliardi di euro di bottino. L’Europa ci toglie le costituzioni nazionali e la sovranità col Trattato di Lisbona, che di nuovo è filtrato indenne attraverso la nostra possente Rete fottendosene della prerogativa democratica di 500 milioni di cittadini. La lotta al riscaldamento globale ristagna. I banchieri impoveriscono il mondo per dodicimila miliardi di dollari in 12 mesi truffando i cittadini, ma neppure uno di loro finisce in galera, anzi, molti incassano bonus milionari. Le donne dell’era web ridotte a pezzi di scottona sculettanti che hanno orgasmi negli spot con lo yogurt o strusciando un piano cucina, ridotte con l’ano zoomato in edicola o a essere viste ma non udite in Tv. Avete più visto una protesta nelle strade? E infine Haiti. Cosa abbiamo fatto noi eroi del web attivo, noi combattenti di tastiera per gli ultimi della terra? Vorrei che vi fosse un solo essere umano ad Haiti oggi, vivo o morto, che abbia lasciato scritto “dal 1995 le cose sono cambiate qui. Grazie ‘belle anime’ di Internet”. Nel 1994 il loro presidente democraticamente eletto, Jean Bertrand Aristide, fu rimesso da Clinton al suo posto dopo che la CIA nel 1991 aveva pensato bene di cacciarlo, dato che ahimè gli haitiani avevano avuto il coraggio di votare per il solito partito sbagliato (cioè quello che piaceva a loro e non a Washington). Ricordo bene da cronista che in occasione del golpe del ’91 un certo clamore di stampa si era fatto sentire. Dieci anni dopo, nel 2004, di nuovo Francia e USA decisero che Aristide non era accettabile, lo caricarono letteralmente impacchettato su un aereo diretto in centro Africa, e ripresero a succhiare il sangue alla popolazione stremata dai SAP del Fondo Monetario Internazionale. In un rapporto del Dipartimento di Stato americano di allora si leggeva che “il commercio per export e le politiche d’investimento che imponiamo, schiacceranno senza pietà i coltivatori di riso ad Haiti”. Ma nel 2004 avevamo la Rete, i mouse al plutonio, i missili web, i blog nucleari… esplodemmo due petardi. Mi fermo qui, ai piedi di quei 200.000 morti.
La conclusione che propongo è chiara. L’arrivo di Internet nelle trincee della lotta sociale non ha migliorato il mondo, né l’Italia, anzi. Questo perché, come ho già scritto, il suo scopo era e rimane quello di drogare milioni di persone comuni, e di far scadere i pochi attivisti in una patologia ossessiva da attivismo di tastiera che li rendesse del tutto inutili. Ci sono riusciti, il Potere ha di nuovo vinto. Siamo una manica di stronzi maniacali totalmente risucchiati da questo mostruoso videogioco globale, del tutto incapaci di fare quello che i nostri nonni o i nostri padri, ed esseri umani per millenni prima di loro, hanno saputo fare per cambiare il loro mondo. Ed è per questo che io ridicolizzo chi come Antonella Randazzo pretende sovvenzioni perché deve poter dedicare ancora più tempo a scaricare in questa casa di pazzoidi drogati ancora più informazioni. Ecco perché attacco Travaglio e i suoi partner dell’Industria della Denuncia e dell’Indignazione, che significa altre tonnellate di informazioni riversate in questa allucinante discarica del web per produrre solo il nulla. Mentre l’Italia marcisce e il mondo muore. Ecco infine perché dico da tanto tempo che ogni singolo cittadino occidentale sa da decenni e alla nausea cosa non va, la tragedia è che non sa più cosa farci.
E allora, cari colleghi di Paolo Barnard, tu Paolo Barnard e voi tutti popolo del web: il web è stato creato per toglierci definitivamente le palle, non ci serve a nulla nella guerra col nemico. Smettete di leggere e commentare ossessivamente, disintossicatevi, piantiamola di pubblicare a raffica (noi autori e voi siti), ritiriamoci nelle nostre case e chiediamoci fino a piangere: perché non so più cambiare il mio tempo? Perché il Potere mi ha fottuto, ancora una volta


tratto dal sito di Paolo Barnard

sabato 27 febbraio 2010

Senza mutande - 1° puntata


prima puntata



Lunedì, come al solito da schifo!

E' piovuto tutta la settimana, il bucato non si asciugato e ho un appuntamento in studio con un cliente importante.

Colazione velocissima .... In piedi con un occhio all'orologio, mi devo vestire e non so cosa mettere! I pantaloni classici ho avuto la geniale idea di "rinfrescarli" ergo lavati e stesi.... Ma non asciugati, con il cliente importante non posso mettermi i jeans, è uno di quelli che ci tiene alla professionista figa, e io devo sembrare una professionista figa! Vengo pagata per essere figa,

intellettualmente figa!

E va bhe, mentre giro nuda per la stanza, le forme generose che ondeggiano, finestra aperta per il ricambio d'aria , lascio il mio corpo esposto alle intemperie , mentre il profumo appena messo evapora un pochino e si mischia all' l'incenso proveniente dal bagno, dove brucia ogni mattina mentre faccio la doccia, sento i brividi per il corpo ... devo muovermi nel vestirmi .... Apro l'armadio, infastidita all'idea di vestirmi!

L'occhio mi cade sulla gonna a tubino nera, può andare! Vediamo ..... camicia?

Si camicia bianca, rigorosa .... Ok ho quasi finito,

sopra?....

cosa cavolo mi metto sopra ... non voglio la giacca del tailleur .... Non la voglio! Giacchina di lana nera stretta in vita? Può andare ....

Le calze.... Ci penso dopo! Odio i collant, mi danno fastidio sopra, mi irritano, ci metto due anni ad infilarli perché sbaglio sempre qualcosa e si girano, le autoreggenti altro problema. Forse non azzecco mai la taglia e ... si arrotolano e poi ... cadono giù! Bastarde!

Mai io, ho comprato quella specie di bustino con reggicalze che fa tanto sadomaso, nasconde la rotondità del pancino e tiene le calze.

Apro il cassetto per prendere le mutande e ........ Noooooooo, un urlo si ode per il palazzo, sono io!

Maledetto Lunedì di merda,

maledetta settimana di pioggia,

accidenti a me che non ci ho pensato prima

Il cassetto è vuoto! O quasi, di mutande solo l'ombra di quelle cosine di pizzo, francesine, brasiliane e altre cose che servono per rallegrare i momenti intimi, ma di quelle vere che ti danno sicurezza nulla!

Adesso cosa faccio? Metto queste francesine ? Ma se ad ogni movimento si addentrano tra rotondità posteriori .

Basta! Vado senza mutande, tanto non se ne accorge nessuno!

Almeno lo spero!

Capelli tirati all'indietro, un filo di trucco, un filo di perle, scarpe comode di vernice nera, impermeabile e finalmente mi tiro dietro il portone.

Mi avvio per l'ufficio e guardo l'orologio, faccio in tempo per un caffè al bar, anche se sarebbe meglio una tisana rilassante e calda,

l'aria fresca del mattino si insinua sotto la gonna e sale su..

Dove nessun pezzo di lycra o cotone oppone resistenza, stringo i muscoli pelvici per reazione, e mi insulto da sola,

Guardo il cielo terso e sospiro, mentre le parti intime mandano strani segnali;

la suoneria del cellulare interrompe lo sciabordio degli umori : " pronto, dottoressa? Sono Teresa, l'aereo purtroppo è in ritardo, ci stiamo imbarcati ora, l'appuntamento è spostato di due ore, mi dispiace ... il capo è furioso. Sono un po' in difficoltà, potrebbe lei avvisare il dottor Sanjust, mentre io avviso gli altri soci?"

Teresa è la segretaria del Cliente, da sole ci diamo tranquillamente del tu e spettegoliamo sul suo capo, in maniera bonaria, ovviamente, ma per il resto del mondo ci diamo del lei, il dottor Sanjust è il socio anziano dello studio, una specie di padre per me e con la moglie costituiscono la mia seconda famiglia che sta lontana.

Visto il maggior tempo a disposizione, decido di passare alla merceria dove mi rifornisco abitualmente di quei pezzi di cotone la cui mancanza sta cominciando a creare qualche turbamento inaspettato. Camminando chiamo il dottore Sanjust per avvisarlo del ritardo dei clienti, ma nessuna risposta arriva dallo studio.

Riprovo qualche minuto più tardi, mentre mi avvicino alla merceria, trovando finalmente il collega, che borbotta spazientito: quei clienti stanno creando più di un problema!

All'ingresso, , uno sconosciuto che esce dal negozio inavvertitamente mi urta e fa scivolare il mio cellulare per terra ... scivolare? Cadere ,,,,, spiaccicarsi rovinosamente .......aprirsi in mille pezzi....

Sto esagerando! Si apre in tre pezzi,, " acc .... Iderbolina!" dico "vaffanculo ... penso, non potevi stare attento?" . Sperando che continui a funzionare mi chino per riprendere i pezzi della mia ormai, seconda postazione di lavoro, scontrandomi per la seconda volta con lo sconosciuto, una testata .... Di quelle ... paurose che quasi riperdo quel po' di equilibrio rimastomi.

Nel frattempo le nostre mani si incontrano sulla batteria, solleviamo gli occhi per guardarci, mentre lui si profonde in scuse imbarazzate io, per una frazione di secondo che sembra una vita mi perdo in occhi che sembrano scrutare l'infinito, sentendo il calore del fugace contatto partire dalla mano, arrivare al basso ventre e lì provocare una contrazione quasi dolorosa .

Una frazione di secondo, un attimo e ricordo la mia intimità non celata che forse, la posizione assunta dal corpo, potrebbe esporre agli occhi dello Sconosciuto.

Una vampata di rossore assale le mie guance, mi alzo repentinamente, nel frattempo, Lui ha rimesso a posto i pezzi del cellulare e lo sta riaccendendo, lo prendo, ad occhi bassi, saluto frettolosamente, ed entro nel negozio, vergognandomi come una ladra.

"Buon giorno, - il negoziante mi saluta con calore, essendo sua cliente da lungo tempo- cosa le occorre? "

Ed io, " mi servirebbero un paio di mutande " Lui sa benissimo di cosa parlo: Per via di una particolare forma di allergia, posso usare pochissimi tipi di biancheria, di un certo tipo di cottone, trattato in una certa maniera, e lui la ordina appositamente per me e per un'altra persona tenendone qualcuna di scorta per richieste particolari.

Vedo il suo viso, farsi un po' dispiaciuto e mi dice ... :" Non ci crederà, me n'erano rimaste giusto sei che ha preso quel signore che è appena uscito ......".

giovedì 25 febbraio 2010

Si vive di piccole cose



Premesso che è un periodo abbastanza impegnativo per il lavoro che faccio;
ho scadenze da rispettare, saltano fuori altre urgenze e devo cercare di portare a termine tutto nel migliore dei modi; i figli.... mamma mia! Me ne fanno passare di tutti i colori e tenere la barca mentre il mare degli ormoni è in burrasca non è facile neanche per una "energica" come me.
Questa la premessa, ma ogni tanto c'è qualche piccola soddisfazione :-)
Venerdì della settimana scorsa, una delle insegnanti di musica della scuola di mia figlia (frequenta il corso musicale) mi manda un avviso, chiedendo la mia collaborazione per organizzare il pranzo, insieme alle altre mamme, per l'incontro o "gemellaggio" come lo chiamano loro, della nostra classe con quella di un'altra scuola di un centro un po' distante da noi.
Lunedì chiamo l'insegnante mettendomi a sua disposizione, anche se con qualche perplessità, visto il mare di impegni in cui sono sommersa;
Ma lei, l'insegnante di pianoforte sembra veramente tenerci e quindi mi butto.......
Ci mettiamo d'accordo che lei manderà l'avviso ai genitori lasciando i miei numeri di telefono e io coordino il tutto, in maniera che ci sia tutto, dalle posate al mangiare e al bere.
E va bhe! Ammetto che è stato anche divertente, perchè ... sono troppo socievole!
tutte le mamme sono state disponibilissime, simpaticissime e in gambissime.....
come faremo tutte, tra lavoro casa e famiglia a sfornare torte focacce lasagne cus cus, c'erano anche due papà che collaboravano, scrivevo come faremo è un mistero.... l'energia femminile!
Comunque anche stamattina alle 7 mi hanno chiamato per ragguagli :-)
Il vero problema è stato decidere che cosa avrei preparato io!
Mi ero mantenuta per ultima, in maniera da tappare eventuali buchi, ma mia figlia voleva assolutamente che preparassi qualcosa con le mie manine!
Impostora!
Pensa e ripensa, visto che non sono riuscita a piazzare la frutta con nessuno,perchè i bambini non la voglio sbucciare, e forse non si trova buonissima,
ieri, ultimo giorno utile decido :
la macedonia!
Ma poi penso...... alla difficoltà di versarla nei bicchieri... al casino che ne potrebbe venire fuori, insomma mi faccio un bel po' di seghe mentali.
Mi viene un'idea brillante:
di sera vado in un negozio dove vendono confezioni, e per un prezzo abbordabile
( circa 9 euro in tutto) trovo bicchieri termici con il tappo e cucchiaini simpatici (sono circa 60 persone).
Poi il problema, dove metto i bicchieri.......
Ma... io che conservo tutto trovo in casa, una di quelle scatole di platica portatutto, ma purtroppo non per alimenti.....
e allora mi ricordo della tovaglietta della confezione natalizia che non ho buttato, perchè aveva un bel disegno, molto elegante!
E ci addobbo la scatola..
Ma... non bastava, meno male che a casa le scatole (sempre delle famose confezioni natalizie) non mancano...
neanche la Rompi, direbbe mio figlio!
Va bhe! Sono riuscita a portare tutto! entro le 8 e 45
Sveglia alle 6 e 30 per finire la mecedonia, un'ora e mezza ieri notte, per sbucciare mele, pere e pesche e un'ora e mezza stamattina per arance, bana, kiwi e il confezionamento.
Sono rimasta un po' agitata tutta la mattina, lavoro a parte, perchè mi sentivo responsabile della riuscita del pranzo, avevo paura che qualcuno non portasse qualcosa di essenziale !
E poi.... si sa come siamo fatte noi donne: sarà venuta troppo dolce o troppo aspra... forse avrei dovuto mettere più limone o forse meno
forse le pesche non dovevo metterle perchè......
Seghe mentali insomma!
Ma quando sono andata a prendere mia figlia........
Nooooooo!
Mi hanno fatto tutti i complimenti!
Sono diventata rossa come un pomodoro!
Il confezionamento nelle scatole e nei bicchieri... comodo e bello!
E la macedonia?
L'unico cibo che non è bastato!
Mia figlia non ne ha mangiato, perchè pare che come hanno sentito macedonia, si sono tutti, ma proprio tutti, fiondati sui bicchieri!
Insegnanti per prime! e per ultime!
pare fosse buonissima!
Schhhhhh (mi è andata bene!)
E va bhe! sono contenta!
E adesso finisco almeno una comunicazione :-)

domenica 21 febbraio 2010

scaldarsi




Sono una donna curiosa, molto curiosa.
Ci sono volte che nel web guardo decine e decine di siti, decine e decine di video su you tube. le mie ricerche variano a seconda della passione del momento.
Questo consiglio è una successiva elaborazione di un paio di guanti termici.

materiale necessario:
Una vecchia calza da uomo spaiata di cotone (io ho usato quella)
Un kg di riso (del più economico)
forno a microonde

prendere la vecchia calza versarci dentro il kg di riso,
chiudere con un nodo
mettere dentro il micro per 2minuti e mezzo alla massima potenza.
Ecco pronto lo scaldino!
le prime volte il riso lascerà andare un pò di umidità.
la forma della calza fa si che possa essere messa sul collo con facilità.
Per chi fosse curioso dei guanti.
preparare un sacchettino di stoffa di 3x3 cm mettervi qualche cucchiaino di riso e chiudere per bene, quindi cucirlo dentro la parte interna dei guanti, prima di uscire passare qualche minuto nel micro

Il festival di Sanremo






Ebbene si l'ho guardato! A pezzi ma lo ho guardato, come milioni di Italiani!
Mi sono chiesta come mai una donna come me, 46 anni, già da anni disaffezionata ai programmi televisivi possa averlo fatto:
- Ero decisa a non guardarlo perchè avevo altro da fare di meglio, ma .... ho sentito le prime canzoni e visto la Clerici e sono finita nel divano con mia figlia fino a tardi.
La Clerici ha qualcosa che è piacevole e rassicurante, forse saranno i tanto criticati lustrini, la sua "forma" fisica o forse il fatto che faticava a camminare sui tacchi, questa cosa mi ha fatto impazzire, perchè io non riesco ad andarci e non sempre sono in perfetta forma....
forse perchè con tutte le porcherie che urlano nei programmi televisivi, qui sembrava tutto calmo......
o forse perchè.....
In qualche modo si intravedeva la vita vera dei vari personaggi che via via andavano sul palco che era come se ti dicessero..... oggi è Pasqua! Sono qui ma è solo oggi e forse domani... non so se riesco a tradurre la sensazione, la stessa che si aveva guardando la Clerici, che aveva il vestito delle feste.
Le canzoni erano molto belle, sul serio! belle voci e belle musiche alcune poi le ho trovate straodinarie ! Come Malika, per me la più bella voce del nostro panorama musicale, e ne abbiamo di belle voci, mi ricorda un pò la Vanoni che sembra un pò dimenticata;
Irene Fornacciari.
Ho sempre amato Zucchero come artista, e molto meno come immagine di uomo, non avrei mai pensato che potesse avere una figlia così bella!
La canzone "il mondo piange" ha qualcosa!
Anche Povia mi piace!
Una cosa da donna.....
quando ero ragazza, tanto tempo fa' facevamo un giochino tra le amiche, le solite cose stupide e divertenti, ed era questo...
me lo farei? non me lo farei riferito ad un ragazzo...
Quando è salito sul palco Miguel Bosè me lo sono chiesta...
essendo lui uno che andava quando io ero ragazzina....
(lo so che lui non si farebbe me.... ma non mi conosce e quindi non se lo chiede )
Però gli ho trovato qualcosa nello sguardo (ombretto a parte) e nel movimento che...
mi dava l'idea di viscido, bho!

pulizie ecocompatibili




Per le pulizie di casa, spesso la tecnologia aiuta con semplici strumenti che a volte lasciano qualche perplessità dal punto di vista ecologico.
Uno di questi è il famoso piumino usa e getta per spolverare.
Per anni mi sono rifiutata di comprarlo, in primis perchè contraria a qualsiasi cosa usaegetta che possa essere sostituito con qualcosa che dura ma....
alla fine l'ho comprato anche io.
E' vero, nessun panno o piumino in circolazione fa il lavoro allo stesso modo.
mi sono arresa ma...
ma
ma
non del tutto e alla fine la mia natura profondamente ecologica e antispreco ha trovato una soluzione !
Come?
Li lavo!
Si li lavo, e non a mano e non una volta, ma in lavatrice e almeno 6 o 7 volte.
questo è il risultato dopo due o tre lavaggi.
Ovviamente dopo che sono asciugati occorre "spiumacciarli" in maniera che riprendano lo stato quasi originale.
Funziona!