La meditazione iniziale mi crea qualche difficoltà derivante dalla sordità: il tono della coordinatrice è inconpatibile con le mie orecchie, ma cerco di concentrarmi al massimo:
"rilassate... la testa..... il collo............ i piedi... - fate che ogni rumore esterno faccia parte della meditazione"
le parole di M (la nostra coordinatrice)
Toc toc alla porta
difficile riprendere la concentrazione ma si va avanti.
Lei entra
Qualche anno fa abbiamo fatto parte dello stesso gruppo, e in qualche modo riusciva ad irritarmi.
Oggi ringrazio tutte le persone che mi irritano: riescono a mettere a nudo cio' che veramente sono.
La lettura dei primi capitoli del libro: " Il metodo Dante" affronta i problema dell ignavia e dell' ingordigia in tutti i suoi aspetti, che albergano in ciascuno di noi.
Leggiamo con attenzione, siamo coinvolti emotivamente, ne parliamo.
Il gruppo di quest'anno ha in se alcuni elementi con cui ho fatto qualche anno, ed elementi nuovi per me, anche se siamo già tutti a livello "avanzato", nel senso che abbiamo frequentato la scuola da almeno 4 o 5 anni.
Le persone da me già conosciute non sono sposate e non hanno figli, con una donna del gruppo che non è presente stasera , abbiamo dai primi minuti di conoscenza parlato di famiglia e so che ha figli, ed è vedova... poi ci sono tre uomini e un'altra donna.
Quando leggo dell'invidia subito mi torna in mente l'invidia che ho provato nei confronti di un'altra mamma quando avevo i figli alle elementari, anche se non ho mai capito bene se il problema dipendesse da me o da lei, è certo che l'invidia la provavo, sentimento contro cui ho combatutto con forza.... sono riuscita a vincerla solo smettendo di frequentare la mamma in questione.... : il problema riguardava solo "quella " mamma.
Nella discussione ho omesso questi particolari ho parlato solo dell'invidia da me provata.
Ognuno di noi ha parlato delle proprie emozioni.
Cosa IO ho sentito:
la maggior parte dei presenti tornando a se stessi ha riportato in essere i rapporti con i genitori, si sono sempre rapportati come figli.
Questo mi ha fatto pensare che non fossero genitori essi stessi.
Finito tutto, una persona gentile e carina scarta una torta e dei dolcetti che a quell'ora tutti gradiscono: sono le 23.
Io sono a dieta ma resto a chiaccherare e vengo a sapere che altri due del gruppo sono genitori!
Lo vengo a sapere perchè dico :" bhe ? sono l'unica mamma stasera?"
la risposta:
" No! -Un degli uomini - io ho due figli e anche S ha una figlia"
Ovviamente il mio primo pensiero è stato: sono genitori e ancora non hanno "perdonato" i loro genitori.... non sono riusciti a superare il passaggio da essere figli a essere genitori.
Che stupida!
Anni di "percorso consapevole" mi hanno insegnato che il giudizio emotivo nei confronti degli altri è un campanello dall'allarme per le nostre "emozioni negative".
Stamattina, forse l'illuminazione:
IO, Me medesima, sono così tanto presa dal ruolo di mamma che mi sono dimenticata di essere stata e di essere "figlia"
Se non recupero il ruolo di "figlia" tutto il dolore di essere figlia non potrò risolvere tutto il dolore di essere "mamma"
1 commento:
l'invidia... mi ci hai fatto riflettere, è da tanto che non provo invidia, da quando forse ho imparato ad accettare quello che sono e quello che posso diventare.
Ritornare ad essere figli, poi essere genitori, poi essere indifesi, poi diventare adulti... si gioca tutto su posizioni di luce ed ombra, di pieni e di vuoti, vuoti emotivi e vuoti di parole. Il primo passo è parlarne con te stessa, te medesima e il tuo blog.
Io non sono ancora mamma, e combatto tra il desiderio di buttarmi nel vuoto e quello di aggrapparmi al mio appiglio sicuro... vedremo.
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